Epifania



La favilla rotea e sale, samara incandescente,

trascina piombo e parole,
arde di rabbia e di rancore,
ascende, con moto uguale e contrario,
turbina verso le profondità di questa notte dal respiro corto.

Corri, corri giù per il sentiero,
con due volumi in mano
e cadi, e rotoli, e ti rialzi, 


sapore di ferro in bocca,
latrati in lontananza.

Corri, fino al fuoco,
quasi un tuffo,
che si bruci tutto,
che si sciolga questa disperazione,
che scompaiano le stelle,
che arrivi il giorno,
che si perda, umido e triste,
il tuo sguardo

tra la nebbia del giorno nuovo.

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