Vecchie storie



Tengo a bada questo ricordo acido andando a chiudermi nella vecchia casa dove ripongo gli attrezzi e che utilizzo come falegnameria, più che altro per procurarmi danni semipermanenti alle mani e per continuare ad illudermi di poter porre freno al lento disfacimento delle cose.
Accendo la vecchia stufa economica, trasportata sin qui anche se non perfettamente funzionante, manca il serbatoio dell'acqua, la ghisa del coperchio è rotta, ma non esce fumo, per cui può ancora essere utilizzata: una vecchia signora bolsa e rattoppata che fa ancora il suo lavoro. Ha sfornato pane ed arrosti per decenni, le devo rispetto per tanto lavoro... Tolgo qualche cerchio e metto a scaldare l'acqua da mettere nel pollaio, gelerà ed i due capponi potrebbero non avere acqua da bere, servirà anche ai pettirossi e ai passeri che solitemente frequentano il pollaio. Accendo la luce, anche se tutto questo bianco bagliore sembra prolungare il giorno creando una dimensione priva di tempo e di rumore: è in questo indefinito che le anime tornano tra noi e gli animali parlano?
In vecchie storie si racconta che esistano dei non luoghi, generati da eventi eccezionali, inspiegabili, certo non lo può essere una nevicata. Smetto di avere paura, l'acqua bolle, chissà come ha fatto a passare così veloce il tempo? Non me ne preoccupo, non posso sempre spiegarmi tutto, devo imparare ad accettare anche ciò che sembra imponderabile.

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